Il 29 giugno scorso si sono svolte presso il Teatro Lyrick di Assisi la premiazione e l’inaugurazione della mostra dell’Ottavo Concorso di arte pittorica “Libera l’Arte”

Al Teatro Lyrick di Assisi si è svolta la cerimonia di premiazione dell’Ottava Edizione di Libera l’arte, concorso biennale di arte pittorica.

E di nuovo l’artista è stato “liberato”: quell’artista che, a livello più o meno consapevole, è parte integrante dell’estro creativo di architetti, ingegneri e geometri chiamati a partecipare.

Professionisti che hanno risposto, numerosi, all’invito della Manini Prefabbricati: sono 107 quest’anno, di nuovo record di presenze, coloro che hanno avuto la possibilità di cimentarsi “liberando” la propria fantasia ed il proprio humus espressivo.

Libera l’arte ha dunque offerto il suo momento più importante, nel pomeriggio del 29 giugno, con l’esposizione di tutte le 107 le opere in concorso e le premiazioni.

L’inaugurazione della mostra, l’annuncio dei vincitori primi tre classificati e delle 8 menzioni di merito e la presentazione del catalogo delle opere pervenute, che accompagna come consuetudine l’esposizione, si sono svolte, con una grandissima partecipazione di pubblico, nella suggestiva ed affascinante location del Teatro Lyrick.

Questo a seguito degli interventi di saluto da parte di Arnaldo Manini, del Sindaco di Assisi Stefania Proietti, Presidente della Giuria, Del Professor Giovanni Zavarella, giornalista e critico d’arte, della Dott.ssa Anna Rita Rustici, responsabile Marketing & Comunicazione dell’Azienda assisana ed organizzatrice dell’evento. 

Il primo premio assoluto è andato a “Il Gallerista” dell’Architetto Paolo Pagani di Piacenza “per aver realizzato con sapienza tecnica ritrattista e con contrasto di toni coloristici un’espressività sorridente di chi ha nel suo tempo maturato virtù e conoscenza con un taglio di piani compositivi opposti”. 

Il secondo premio assoluto è andato a “Prima del Cielo” dell’Ing. Francesco Rondoni di Perugia “per aver interpretato una tragedia umana contemporanea avvalendosi di una cromia di contrasto che grida dolore e sofferenza, mettendo in debito risalto non solo l’ordito urbano popolare ma anche la maestosità del ponte”. 

Terzo classificato “Tela-2-Siriana” dell’Arch. Francesco Mecarelli di Ancona “per aver trasfigurato con forti tonalità coloristiche il dramma della morte, in contrasto con l’infanzia, avvalendosi di soluzioni polimateriche divisioniste con una incerta verticalità, creando un’atmosfera di tragedia umana. Dall’insieme si evocano situazioni di rimando alla povertà e alla sofferenza dei popoli.”

La giuria infine, composta, oltre che dal Presidente Ing. Stefania Proietti, dall’ artista umbro Claudio Carli, dalla Dott.ssa Teresa Severini e dal critico d’arte e giornalista Giovanni Zavarella, ha ritenuto opportuno conferire otto menzioni di merito ai seguenti professionisti/artisti, viste le tante opere arrivate e soprattutto considerata la qualità di questi lavori. 

Questi i nomi ed i titoli delle opere che hanno ottenuto una menzione speciale: Arch. Marino Bonizzato di Rimini con “Ascolta la luce”, Maria Gambacorta di Arezzo con “Reverie”, Arch. Roberto Fioroni di Perugia con “Il frate”, Arch. David Cesaria di Taranto con “Luce e spazio”, Arch. Alfredo Raponi di Foligno con “Terreni arati ed albero di cachi”, Arch. Sandro Di Mattia  di Narni con “Guerra Santa”, Geom. Cinzia Pigini di Todi con “Il principio”, Arch. Sergio Navoni di Bergamo con “Verso il futuro”. 

L’iniziativa “Libera l’arte” si è confermata, dunque, ancora una volta come vero e proprio progetto culturale di grande spessore.

La grande intuizione di Roberto Manini ha inteso rappresentare un nuovo modo di concepire l’lmpresa, più ampio, pensando ad un Azienda che non si limita a creare ricchezza ed occupazione, come è giusto che sia, ma un’Azienda che sa fare cultura, ricordando che possono esistere rapporti professionali che vanno al di là della mera collaborazione, che c’è spazio per una realtà diversa e che si può e si deve ancora provare ad abitare poeticamente il mondo. 

È questa la “visione” che viene portata avanti oggi, con grande determinazione, da Arnaldo Manini, con l’obiettivo di “umanizzare” attraverso l’arte, la fabbrica da lui stesso fondata, valorizzando gli uomini, che a diverso titolo vi collaborano, le loro peculiarità individuali ed il loro spirito.

Perché ha senso, adesso più che mai, nel tempo della crisi e del disincanto fare cultura e salvare la bellezza come strumento di diffusione del sapere.