Google Ads o, più semplicemente, Ads è uno strumento molto utile per la promozione del proprio sito o della propria landing page. Un tempo Google Adwords, dal 2018 è Google Ads, una rivoluzione?

No, piuttosto un aggiornamento. Questo applicativo potrebbe sembrare agli occhi dei non addetti ai lavori, un banalissimo seppur ben strutturato tool di vendita di spazi pubblicitari pay-per-click. In realtà Google Ads è molto di più e permette alle aziende di compiere diverse attività come:

  1. Farsi notare quando un utente sta navigando e cerca ciò che offri
  2. Incrementare le visite al proprio sito web, qualunque esso sia
  3. Ricevere più telefonate e far aumentare il numero di persone che entrano nel nostro negozio o atterrano sulla nostra landing page
  4. Valutare in maniera accurata l’efficacia della campagna pubblicitaria, basandosi sui risultati

La gestione campagne Google Ads dà la possibilità ad ogni utente di creare la propria campagna pubblicitaria, indirizzarla verso uno specifico target e competere con altri utenti per le prime posizioni.
Come? Attraverso l’individuazione di un gruppo specifico di parole chiave che rappresentano il nostro business e favoriscono il posizionamento brand dell’attività di riferimento.

“Più gli annunci e le pagine di destinazione sono pertinenti per l’utente, più è probabile che tu ottenga un punteggio di qualità elevato e tragga vantaggio dall’avere componenti del ranking dell’annuncio di qualità superiore, come una posizione più elevata o un CPC più basso.”

Non dimenticare mai qual è uno degli obiettivi principali di Google: “offrire la migliore UX (User Experience) possibile”

Più sei utile per l’utente finale, più Google ti apprezza, offrendoti un risparmio sul CPC (costo per click) ed un posizionamento migliore del tuo annuncio.

Ti stai muovendo verso questa direzione? Chi atterra sul tuo sito dopo aver cliccato sull’annuncio trova facilmente quello che stava cercando? Se la risposta è no, bisogna capire come usare google ads al meglio.

come usare google ads al meglio

1.Non dirigere gli utenti sempre alla stessa landing page

Un buon Google Ads manager quando utilizza non indirizzerebbe mai tutti i potenziali clienti e gli utenti in target sulla propria home page.

Un utente che clicca su uno dei nostri annunci PPC deve essere indirizzato ad una pagina del sito che rifletta al massimo quanto riportato nell’annuncio e il danno che ne deriva è certamente maggiore qualora il nostro sito web sia un e-commerce.

Gli effetti (negativi) principali di indirizzare tutto il pubblico Adwords sulla Homepage del sito (o comunque verso una pagina generica per tutti gli annunci) sono:

  • calo del ranking delle campagne Google Ads che andremo a impostare: Google riconosce la scarsa correlazione tra annunci, keyword e pagine di destinazione e valuta la campagna con un punteggio basso. Questo significa che si pagherà di più per ottenere di meno.
  • alti tassi di abbandono della pagina di destinazione e, più in generale, bassi tassi di completamento dell’obiettivo (acquisto, contatto).

2. Non utilizzare solo parole chiave a corrispondenza generica

Diffidate dell’utilizzo di parole chiave per corrispondenza generica.

Google Ads per la gestione di una campagna mette a nostra disposizione diversi tipi di corrispondenze per le parole chiave: generica, esatta, a frase, inversa.

Purtroppo molti pensano che il semplice inserimento delle parole chiave così come sono basti a far visualizzare gli annunci per le giuste ricerche.

Google Adwords è organizzato in campagne, le campagne sono composte di gruppi di annunci, i gruppi di annunci sono fatti di annunci che vengono attivati da alcune parole chiave. Parole chiavi molto generiche e incoerenti con il nostro business si rifletteranno in un basso tasso percentuale di click per impressions, CTR, un’importante indice per valutare l’effetto della nostra campagna.

L’utilizzo consapevole dei gruppi di annunci si rifletterà sull’andamento della nostra campagna e sicuramente sull’ottimizzazione della nostra spesa.

3. Non utilizzare le parole chiave a corrispondenza inversa

Le parole chiave a corrispondenza inversa sono una manna dal cielo ed è bene usarle sempre nelle campagne PPC, è un errore non prenderne in considerazione l’utilizzo.

Su Ads, inserire una parola chiave a corrispondenza inversa vuol dire inserire un termine che impedisce la visualizzazione dell’annuncio.
Uno strumento che permette di perfezionare la visualizzazione dei nostri annunci.
Il miglior consiglio che possiamo darvi è quello di controllare regolarmente i termini di ricerca che attivano gli annunci della nostra campagna di riferimento e controllare quelli per cui non vogliamo apparire per poi usare parole chiave a corrispondenza inversa.

4. Non considerare il mobile

Inutile ripetere per l’ennesima volta che le ricerche su Google da dispositivo mobile sono in crescita vertiginosa e ormai Google è diventato mobile-first. Tralasciare il mobile nelle campagne Google Ads è uno dei più grossi errori che un google ads manager possa commettere, perché ciò può comportare una grossa perdita in termini di clic e conversioni.

Non è detto che per forza le nostre parole chiave siano cercate più da smartphone che da computer. Per capirlo basta segmentare i dati in base al dispositivo utilizzato.

Una delle best practice da seguire in materia è quella di segmentare le campagne in base al dispositivo per capire anche meglio quali e quante ricerche provengono da mobile e quante da computer.
Spesso creare annunci specifici e customizzare le offerte in base alla periferica e al target specifico che la utilizza ci permette di ottenere maggiori risultati. Non dimenticare inoltre di avere un sito web mobile-first o per lo meno mobile-friendly. Se così non fosse per cominciare è già un buon inizio migliorare la nostra landing page per renderla a prova di smartphone.

5. Non riuscire ad attendere i risultati

Tra i punti di forza di Google Ads, abbiamo una dashboard results-driven, ci sono tutta una serie di dati accuratamente disposti e selezionati per farci vedere quello che maggiormente potrebbe interessarci per conoscere i risultati e valutare gli esiti della nostra campagna di comunicazione.
L’attivazione di una campagna google ads è immediata, istantanea, ad ogni modo per la fase di valutazione e per l’ottimizzazione sui motori di ricerca ci vuole del tempo.

Ci sono diversi fattori in gioco che ci potrebbero portare a valutare negativamente questo tool per publisher che Google ci mette a disposizione. Un approccio data-driven potrebbe scoraggiarci nel breve periodo, ma con un approccio results-driven ci potremmo anche accorgere che nel medio-lungo termine sarà possibile ottenere risultati concreti e tangibili per incrementare la visibilità e la redditività del nostro business.

6. Avere aspettative troppo alte

Spesso nel business si soffre per aspettative non ripagate poiché le aspettative sono desideri della mente e la nostra mente a volta pensa più in grande di quello che mettiamo in pratica con le nostre gesta. L’aspettativa si sa, suole bruciare questo desiderio che va in fumo quando ci poniamo obiettivi troppo difficili da raggiungere o addirittura impossibili. Google Ads è uno strumento che può permettere di ottenere risultati estremamente soddisfacenti se utilizzato correttamente ed è in grado di soddisfare le aspettative dei google ads manager. Tuttavia, non ci sono tante strade percorribili per ricavare milioni da investimenti esigui, o per lo meno restano sconosciute ai più. E’ bene, quindi, fissarsi degli obiettivi tangibili e realisticamente raggiungibili in termini economici per la nostra campagne pay per click (PPC).