Mark Zuckerberg Bill Gates e Dario Preda cosa hanno in comune. Tutto inizia da un mio articolo.

Mi perdonerà il mio amico Gino ma è stato il primo a guardarmi con un fare rispettoso dopo la pubblicazione dell’articolo dal titolo “Io e Mark Zuckerberg siamo (quasi) fratelli”. Dopo aver incassato la sua stupefacente reazione, ho ricevuto anche tanti messaggi e richieste di amicizia.

Bill Gater Mark ZuckerbergDario Preda Mark Zuckerberg

A cura di Dario Preda, founder di Agenzia Brand e CREATHEAD

Per l’ennesima volta mi sono sorpreso e ho pensato che i social sono veramente una potenza e che se uno si comporta bene e scrive cose intelligenti viene premiato. Come scrive Marco Montemagno:

“In questo mondo alzarsi la mattina è come salire sul ring contro Mike Tyson: ti svegli ogni giorno e prendi un sacco di botte, ma alla fine ti dai appuntamento al giorno dopo, per prenderne di più”.

Bene, è proprio vero: in questo mondo alzarsi la mattina è come salire sul ring per affrontare Mike Tyson: ti svegli ogni giorno e prendi un sacco di botte, ma alla fine ti dai appuntamento al giorno dopo, per prenderne di più.

Il mio amico Gino mi dice: “Complimenti per Mark. Ma l’hai solo incontrato o ci hai potuto parlare per business?”

Non ci credevo  e gli ho risposto “ ma è un fotomontaggio, non l’ho mai incontrato”. Mi fa: “ah ci ero cascato, non dirlo a nessuno”.

Lo ripeto spesso ai miei collaboratori ed è una regola fissa della comunicazione: se crei un annuncio pubblicitario o un post o un flyer,

l’occhio umano viene attratto dall’immagine,

poi eventualmente passa all’headline e infine al sottotitolo. Se sei stato davvero bravo, il lettore arriva all’intero articolo. BINGO!!!

Lo ripeto ancora: “l’occhio umano viene attratto dalle immagini, meglio se in movimento. Il problema è che spesso l’occhio si ferma lì, non va avanti e passa all’immagine successiva. Siamo troppo frastornati da un’offerta spropositata di immagini: pensate che in una giornata media apriamo e consultiamo il nostro SMARTPHONE almeno 200 volte, e non pensiate di essere speciali. 200 volte, tutti.

Come facciamo poi ad approfondire i contenuti? Quanti di voi saranno arrivati a questo punto dell’articolo sono una minoranza, mi vien da dire una minoranza evoluta, ma è davvero così? Nella nostra cultura di stampo classico sicuramente sì, ma nella cultura veloce probabilmente no.

Concluderò questo articolo con un’altra citazione dal libro di Rudy Bandiera Condivide et impera:

“L’unico modo che ha un nano per diventare alto è salire sulle spalle di un gigante”.

Ebbene, io ho fatto questo ma in buona fede e vi chiedo scusa se ci siete cascati anche voi. Ma l’avete letto l’altro articolo?

Ah dimenticavo, quello che abbracciava Mark era Bill 🙂